Chi erano i Saevates
I Saevates
I Saevates erano un ceppo indigeno residente nella zona dell’attuale San Lorenzo dall’Età del ferro.
Dal primo secolo avanti Cristo, questo territorio entrò a far parte del Regno celtico del Norico.
Già allora, la posizione strategicamente favorevole aveva fatto di quest’area un punto nodale assai importante per le vie di comunicazione e le attività economiche della Val Pusteria, e infatti fu proprio sul nucleo originario di San Lorenzo, formatosi nell’età del ferro, che nei secoli successivi sorsero la stazione viaria romana e il relativo insediamento.
La prima menzione documentale dei Saevates risale all’anno 10 o 9 a.C., in un’incisione sul Madgalensberg (Carinzia) dove questo ceppo è riportato insieme ad altre sette etnie Noriche. Ma sono anche citati in una tavola onorifica dell’Ilium Carnicum (l’odierna Zuglio, nel Friuli) e negli scritti geografici di Tolomeo.
Da interlocutore commerciale a provincia romana
Fin dal 170 a.C. è documentato che i ceppi Norici insediati in questo territorio allacciarono i primi contatti amichevoli con Roma, dando vita a scambi economici molto assidui. Ai Romani interessavano soprattutto le materie prime estratte nella zona, ma anche il controllo del territorio come corridoio di transito verso Nord.
Nel 15 a.C., il regno Norico (celtico) fu annesso ufficialmente all’Impero Romano, inizialmente come principato autonomo, ma occupato da un’amministrazione militare e obbligato a versare tributi a Roma, e più tardi come vera e propria provincia romana. Il capoluogo della “provincia” era Virunum, un insediamento ubicato a Nord dell’attuale Klagenfurt (Corinzia), nella zona di Zollfeld.